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Wealth e asset management alla prova dell’intelligenza artificiale generativa

Le principali evidenze dell’EY Wealth and Asset Managers Generative AI Survey 

Nei mesi scorsi, EY ha condiviso i risultati dell’ EY Wealth and Asset Managers Generative AI Survey, che aveva l’obiettivo di comprendere il sentiment e fare il punto della situazione sull’applicazione dell’intelligenza artificiale generativa nel comparto, a livello globale: ci troviamo in una fase più strategica o operativa? 

 

La survey ha coinvolto un campione di 227 operatori del settore, compresi gli italiani, tra wealth manager, private banker, asset manager, gestori patrimoniali alternativi e hedge funds.Il campione comprende anche quelle funzioni specificamente legate allo sviluppo di prodotto, compliance e gestione del rischio e marketing. Il 60% dei partecipanti ha dichiarato di essere parte di un team o di un’iniziativa della loro azienda legata all’intelligenza artificiale generativa, mentre il 40% ha risposto di esserne a conoscenza, ma di non far parte di tali progetti.


Secondo l’indagine, i gestori patrimoniali stanno dimostrando un crescente interesse per le soluzioni di intelligenza artificiale generativa e hanno iniziato ad organizzare strutture interne dedicate: infatti, Il 75% degli operatori intervistati,  ha già costituito un team dedicato, mentre tra coloro che devono ancora farlo, il 79% prevede di formarne uno entro i prossimi 1-2 anni. La creazione di un team dedicato all’intelligenza artificiale richiede un investimento che gli intervistati valutano superiore ai 10 milioni di dollari, finanziati prevalentemente dai budget IT e di corporate strategy. Fra coloro che non hanno ancora provveduto, la motivazione principale risiede nell’assenza di figure interne specializzate da dedicare a tali progetti.

I driver d’investimento in GenAI

Dall’indagine emerge che i fattori trainanti degli investimenti in GenAI riguardano soprattutto i benefici attesi in termini di miglioramento dell'esperienza del cliente e della qualità del servizio, incremento dell’efficienza generato dall'automazione delle attività (62%) e riduzione dei costi (56%).

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Fonte: EY Wealth and Asset Managers Generative AI Survey 

Le applicazioni e gli impatti sul Wealth e Asset management

Secondo l’indagine di EY, il 25% dei partecipanti ha già avviato o è in procinto di avviare applicazioni di intelligenza artificiale generativa, mentre l'84% degli altri prevede di farlo entro il prossimo anno. I private banker e gli hedge fund sono all'avanguardia nell'implementazione della GenAI: il 33% dei private banker e il 52% degli hedge fund (rispetto al 18% del settore nel suo complesso) hanno già introdotto applicazioni concrete per migliorare i processi interni o rivolti ai clienti.

Gli operatori sono ottimisti sugli effetti positivi della GenAI in termini di riduzione dei costi, con il 75% dei rispondenti che prevede benefici entro uno o due anni. Le aree in cui i Wealth & Asset manager si aspettano il maggior risparmio di tempo e costi sono il front office, l'onboarding dei clienti (57%) e lo sviluppo di prodotti (49%).

Rischi e governance legati alla GenAI

La maggioranza dei Wealth e Asset manager (91%) ha manifestato preoccupazioni riguardo alla governance e ai rischi associati all'intelligenza artificiale generativa, come l'accuratezza (67%), la qualità (45%) e la privacy (42%) dei dati utilizzati. Tuttavia, l'81% degli operatori intervistati ha già stabilito un framework di governance e gestione dei rischi o è in procinto di farlo. Gli attori del settore esprimono anche preoccupazioni sull'adozione dell'intelligenza artificiale generativa: il 62% teme l'ambiguità normativa e la volatilità legate alla GenAI, mentre il 44% segnala una mancanza di chiarezza sull'impatto complessivo di questa tecnologia sul business.

In merito all’indagine realizzata, Giovanni Andrea Incarnato, Italy Wealth & Asset Management Industry Leader di EY ha commentato: “L’implementazione dell’intelligenza artificiale generativa può diventare un prezioso alleato per i manager che vogliono ottimizzare i loro processi industriali e migliorare il rapporto con i clienti, infatti, le funzioni che acquisiranno maggiore efficienza saranno soprattutto il contact center (68%) e il marketing e la distribuzione (64%).”

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