Advisory Forum 2023
Le nuove sfide per il private banking e il wealth management
Negli ultimi anni si è accentuato il divario sociale della ricchezza a livello mondiale e il trend interessa anche il nostro Paese dove, a fine 2021, i ricchissimi con patrimoni superiori a 4,5 milioni, rappresentati dallo 0,134% degli italiani, possedeva tanto quanto il 60% dei più poveri.
Nel 2022, è stato rilevato invece che la popolazione globale degli ultra high net worth individuals è diminuita del 3,3% e il valore della loro ricchezza è sceso a 83.000 miliardi di dollari: si tratta del calo più significativo in termini di dimensione e ricchezza da oltre un decennio e l’anno nero per i mercati finanziari ha contribuito alla perdita di tali patrimoni.
Secondo l'EY Global Wealth Research Report 2023, che riporta i risultati delle interviste condotte ad oltre 2.600 clienti di servizi di Wealth Management in tutto il mondo, il 57% degli italiani (contro il 48% a livello europeo) ritiene che la gestione delle proprie esigenze di investimento sia diventata più complessa negli ultimi due anni.
Lo scenario descritto lascia così spazio di crescita ai servizi di private e wealth, in quanto da un lato, fra la clientela più abbiente, si ha la richiesta di gestire le complessità del contesto economico e finanziario attuale attraverso la consulenza specializzata; dall’altro, l’accentuarsi del divario creerà nuova domanda di consulenza specifica al delinearsi di una nuova classe di ricchi.
E’ a partire da questo contesto che, nella tavola rotonda dedicata al private banking e al wealth management, all’Advisory Forum si è voluto approfondire il tema con un parterre di relatori d’eccezione come Giovanni Andrea Incarnato, Partner EY Italia e Italy Wealth & Asset Management Leader, Stefano Bestetti, Responsabile Grandi Patrimoni BPER Banca,
Andrea Nascè, Direttore Investimenti Ersel Banca Privata, Alessandro Varaldo, AD Banca Aletti. Con la moderazione di Jonathan Figoli e di Uberto Barigozzi, Founder di Libra Fiduciaria, la tavola rotonda ha portato all’attenzione tematiche come l’evoluzione della clientela wealth, le esigenze espresse e i servizi ad essa dedicati, una relazione fortificata e costante con il cliente, i servizi specializzati offerti alle imprese, il ruolo dei private markets come opportunità di investimento e di finanziamento per i clienti impresa, l’economia reale e, infine, le modifiche degli asset in portafoglio, in relazione allo scenario macroeconomico odierno.
Giovanni Andrea Incarnato, condividendo i risultati dell'EY Global Wealth Research Report 2023, ha tracciato il profilo del cliente wealth e sottolineato come oggi vi sia una maggiore richiesta di ingaggio da parte della clientela wealth, che si traduce per gli intermediari in ottime opportunità, perché serve engagement e personalizzazione del servizio; a livello di esigenze gli intervistati si sono espressi per avere un modello di consulenza ibrido, dove vi sia la possibilità di fare alcune attività in self doing e ricevere consigli da parte degli esperti, anche aumentando la frequenza del contatto e partecipando alla fase del monitoraggio. Emerge inoltre il tema della valorizzazione della purpose, soprattutto quando si parla di investimenti sostenibili e di investimenti di impatto.
Complici l’inflazione e un 2022 burrascoso per i mercati, negli ultimi anni il patrimonio dei clienti ha perso circa il 15%: un interesse lordo del 4% offerto oggi dai titoli di stato non può di certo costituire la sola risposta per recuperare la perdita di valore. La clientela upper affluent private e la clientela imprenditoriale si stanno avvicinando agli investimenti nei private markets, iniziando a conoscerne la complessità, anche in forma di club deal. Al contempo, la normativa e la regolamentazione si stanno muovendo per favorire le opportunità che questi mercati offrono. Gli investimenti nel private market per questo segmento di clientela, oggi non rappresentano più infatti solo un’ulteriore possibilità per l’asset allocation, ma diventano una vera e propria necessità per recuperare il valore del patrimonio, ma al contempo, anche un canale di finanziamento differente da quello bancario.
Ne hanno parlato Alessandro Varaldo, AD di Banca Aletti e Andrea Nascè, Direttore Investimenti di Ersel Banca Privata, che ha sottolineato il ruolo del wealth management moderno nel saper creare un collegamento efficace con l’economia reale: dietro un cliente facoltoso spesso c’è una imprenditrice o un imprenditore che, oltre a valutare le opportunità per investire il suo risparmio privato, ha sempre in mente le criticità di finanziamento della sua attività di impresa. Occorre saper dialogare a tutto tondo con loro. In tal senso, una buona offerta di opportunità in ambito private equity e private debt è molto utile perché rappresenta una modalità di investimento più vicina all’economia reale e alla sensibilità di un tipo di clientela, che ha bisogno di confrontarsi con soluzioni di investimento che, pur nella complessità di realizzazione, risultano chiare e immediate nel rapporto funzionale con l’economia.
Stefano Bestetti, Responsabile grandi patrimoni di BPER Banca ha sottolineato come la la banca commerciale oggi possa consentire un’offerta sempre più strutturata al cliente grazie al dialogo trasversale tra le funzioni specializzate al suo interno, ma anche avvalendosi dei network consolidati dal corporate & investment banking. Il banker, in tal senso, attraverso la relazione tra le funzioni corporate e CIB, ha di fronte a sé la possibilità di offrire un ventaglio di soluzioni qualificate che rispondono alle esigenze e agli obiettivi dell’imprenditore, curando così ulteriormente la relazione e fidelizzando il cliente.
È possibile rivedere tutta la tavola rotonda e gli interventi dei relatori accedendo al sito di Advisory Forum e riguardando l’evento ondemand.